LE SOCIETA' DI CALCIO PROFESSIONISTICHE: I DIRITTI PLURIENNALI ALLE PRESTAZIONI DEI CALCIATORI
SITUAZIONE DI CONTESTO
Il Decreto-legge 91 del 24/06/14, tra i vari accorgimenti, ha introdotto la possibilità per le imprese che non redigono il bilancio in forma abbreviata, e di conseguenza anche per le società di calcio professionistiche, di adottare i principi contabili internazionali IAS/IFRS, anche in assenza di quotazione nei mercati regolamentati.
Attualmente, nel settore italiano del calcio professionistico sono obbligate alla redazione del bilancio secondo i principi contabili internazionali i club quotati presso la Borsa di Milano, ovvero F.C. Juventus S.p.A., A.S. Roma S.p.A. e S.S. Lazio S.p.A.; per quanto riguarda invece le altre società, la scelta è rimessa alla discrezionalità del management: i club di maggiori dimensioni sono maggiormente propensi ad adottare i principi internazionali dati i loro interessi economici su scala globale, al fine di favorire la loro conoscibilità sul mercato e aumentare la propria visibilità internazionale. Tuttavia, la normativa N.O.I.F. della F.I.G.C. fa riferimento in maniera principale a società che non adottano gli IAS/IFRS, riferendosi quindi ai principi contabili nazionali elaborati dall’OIC: ciò costituisce una differenza rispetto alla normativa U.E.F.A. anche in tema di Financial Fair Play, indirizzato essenzialmente a società IAS/IFRS adopter. La principale implicazione scaturente da questo alternativo binomio contabile è sicuramente riferibile alla differente contabilizzazione in bilancio delle voci d’esercizio: in questa sede si pone l’attenzione in merito alla posta di bilancio maggiormente caratterizzante e distintiva, ovvero i “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori”, occasione utile anche per ripercorrere le differenze OIC e IAS in tema di immobilizzazioni immateriali.
I DIRITTI PLURIENNALI ALLE PRESTAZIONI DEI CALCIATORI: NORMATIVA OIC
Per quanto riguarda la normativa italiana, l’OIC 24 disciplina in via generale la contabilizzazione delle immobilizzazioni immateriali, definite come: beni non tangibili, la cui utilità non si esaurisce in un singolo esercizio ma in un orizzonte temporale pluriennale e per i quali avviene un sostenimento effettivo di costi, a prescindere se l’iscrizione in bilancio sia sfrutto di un acquisto esterno o di una produzione interna. I “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori” presentano le caratteristiche sovra esposte e in merito alla loro contabilizzazione si considera quanto segue:
- essendo la prestazione del calciatore subordinata ad un alto grado di fattori non prevedibili, come ad esempio il rendimento all’interno della stagione sportiva o la possibilità di subire infortuni, l’iscrizione in bilancio non deve avvenire al presumibile valore di realizzo ma sempre al costo d’acquisto, valore comprensivo dell’acquisto del cartellino, eventuali bonus alla firma, commissioni agli agenti e altri potenziali oneri esistenti, non presupponendo una rideterminazione del valore negli esercizi successivi;
- l’ammortamento avviene a quote costanti attraverso il metodo indiretto, tramite la costituzione dell’apposito fondo nel Conto Economico per un numero di esercizi relativi alla durata del contratto sottoscritto;
- considerando la prospettiva della società acquirente, la voce è presente all’interno delle immobilizzazioni immateriali dello Stato Patrimoniale; considerando la prospettiva della società cedente, verrà rilevata in Conto Economico una plusvalenza o una minusvalenza rapportando il prezzo di cessione rispetto al costo storico, decurtato dall’ammortamento;
- in caso di acquisto a parametro zero sarà rilevata una “sopravvenienza di carattere straordinario” nel Conto Economico;
- in ultimo, nel caso di un giocatore prodotto dal vivaio l’asset corrisponderebbe ad un’immobilizzazione autoprodotta, di conseguenza dovrebbero essere contabilizzati a bilancio i costi direttamente imputabili più i costi indiretti per una quota ragionevolmente impiegata.
I DIRITTI PLURIENNALI ALLE PRESTAZIONI DEI CALCIATORI: NORMATIVA IAS
Il riferimento della normativa internazionale è fornito dallo IAS 38, per il quale le immobilizzazioni immateriali sono definite come: beni intangibili, sottoposti al controllo societario, i cui costi sono identificati con certezza e dai quali sono attesi benefici economici futuri misurabili. Rispetto alla normativa italiana si rilevano le seguenti principali differenze:
- l’ammortamento a quote costanti si ha solo quando non ci sono ulteriori possibilità alternative per determinare il valore del cespite che abbia una vita utile definita, mentre in caso di vita utile indefinita l’ammortamento non avviene, ma vi è una verifica annuale che le attività in bilancio siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente recuperabile, tramite impairment test;
- la contabilizzazione si articola in due step, ovvero la valutazione iniziale al momento di iscrizione in bilancio e successivamente, alla chiusura di ogni esercizio. L’intangibile deve essere iscritto in prima battuta al costo storico comprensivo di tutti gli oneri, in caso di acquisto esterno, mentre in caso di produzione interna devono essere imputati tutti i costi ritenuti ragionevolmente attribuibili nella fase di sviluppo. Considerando, invece, gli esercizi successivi, la contabilizzazione può avvenire al costo storico al netto dell’ammortamento cumulato e dell’eventuale perdita di valore a seguito di impairment o al metodo della rideterminazione del valore che può generare un incremento o una diminuzione dell’importo, contabilizzando al fair value al netto dell’ammortamento cumulato e dell’eventuale perdita di valore a seguito di impairment: la valorizzazione ad ogni modo non può eccedere il valore recuperabile, dato dalla differenza di prezzo tra il prezzo di cessione e il valore d’uso del cespite.
Di conseguenza, in merito alla contabilizzazione dei “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori” si considera quanto segue:
- negli esercizi successivi alla prima contabilizzazione, a differenza della normativa italiana, non viene resa obbligatoria la contabilizzazione al costo, lasciando ampia discrezionalità all’operato e alle esigenze societarie;
- il problema che può porsi attraverso l’utilizzo dei principi contabili internazionali è nell’utilizzo del metodo della rideterminazione del valore, in quanto una misurabilità oggettiva appare in questo caso soddisfabile solo parzialmente. Infatti, come parametri oggettivi di valutazione dei “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori” potrebbero esserci solamente i contratti delle compravendite circoscritti esclusivamente alle due finestre di calciomercato, variabili addirittura assenti nei casi di produzione interna dei calciatori tramite vivaio o acquisto a parametro zero;
- di conseguenza, il fair value o il valore d’uso del giocatore resta una variabile tutt’altro che semplice da determinare, essendo subordinata a parametri soggettivi e non pronosticabili, legati all’attività sportiva, come ad esempio performance, infortuni subiti, necessità economiche dei club, popolarità, capacità di adattamento all’interno del team e del gioco di squadra, e così via.
CONCLUSIONI
Appare evidente che la disciplina internazionale, maggiormente ampia rispetto a quella italiana, espone la rappresentazione veritiera di bilancio delle società di calcio professionistiche alla discrezionalità del management, che a seconda delle esigenze di cassa e di finanziamento della stagione successiva può sopravvalutare o sottovalutare l’asset sfruttando la non sempre oggettiva determinazione del valore del giocatore: ad esempio, la proprietà può trovarsi costretta a dover svalutare l’asset in bilancio per via di una stagione sportiva del calciatore al di sotto delle aspettative, cercando poi di recuperare il delta di bilancio in altre transazioni, ad esempio attraverso una sopravvalutazione di un giovane prodotto dal vivaio o gonfiando il valore dei calciatori all’interno di uno scambio alla pari, come successo nelle ultime sessioni di calciomercato.
A cura di: Massimo Giardino, Dottore Commercialista e Revisore Legale
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