L'INTEGRAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ NELLE RELAZIONI SULLA GESTIONE
L'annualità in corso potrebbe non richiedere obbligatoriamente alle imprese di redigere bilanci di sostenibilità, poiché potrebbero non aver superato i limiti dimensionali stabiliti dalla direttiva comunitaria DNF e CSRD.
Tuttavia, seppur considerando che solo lo 0,002% delle società di capitali in Italia era soggetto a tali obblighi nel 2021 (fonte: Osservatorio Nazionale Rendicontazione non Finanziaria – Deloitte), è essenziale valutare la bontà dell’inserimento di informazioni legate alla sostenibilità nella relazione sulla gestione o nella nota integrativaallegata al bilancio, già a partire dall’esercizio 2023.
IMPORTANZA INFORMATIVA
Nel mercato attuale, la relazione di sostenibilità o l’inserimento di tali informazioni all’interno delle relazioni sulla gestione/nota integrativa è diventata un elemento cruciale per le società per diverse ragioni:
- trasparenza e accountability; le aspettative degli stakeholder, inclusi investitori, clienti, dipendenti e comunità, riguardo alla responsabilità sociale e ambientale delle aziende sono in costante aumento: una relazione di sostenibilità fornisce un mezzo per comunicare in modo trasparente le azioni intraprese dall'azienda per affrontare le sfide sociali e ambientali che si prefigge e pianifica anno per anno;
- gestione dei rischi; integrare la sostenibilità nel processo decisionale aziendale consente alle società di identificare e mitigare i rischi associati a questioni ambientali, sociali e di governance (ESG): questo può contribuire, specialmente in determinati settori operativi, a ridurre l'esposizione a potenziali crisi o controversie legali, migliorando la stabilità e la resilienza aziendale nel lungo periodo;
- accesso al capitale; gli investitori istituzionali e i fondi di private equity ponderano sempre più i fattori ESG nella valutazione delle aziende in cui investire: una robusta relazione di sostenibilità può aumentare l'attrattiva finanziaria dell'azienda, consentendo di accedere a un più ampio pool di capitali e migliorare le condizioni di finanziamento, nonché la propria pianificazione strategica e le proprie performance economiche future (si noti bene che il discorso è il medesimo riguardo alle linee di credito bancarie concesse);
- competitività e Brand Reputation; le aziende che dimostrano un impegno serio verso la sostenibilità possono beneficiare di un vantaggio competitivo sul mercato: una solida reputazione di responsabilità sociale e ambientale può migliorare l'immagine del proprio marchio, aumentare la fiducia dei consumatori e favorire la fedeltà del cliente.
UN APPROCCIO PRATICO PER LE PMI CHE GUARDANO AL FUTURO
La mancata mappatura dei rischi ambientali e legati al personale, che devono essere obbligatoriamente inseriti nella relazione, potrebbe generare un deficit informativo significativo, soprattutto data la crescente richiesta di informazioni ESG da parte degli stakeholder.
Per le piccole e medie imprese (PMI), comprendere e integrare le informazioni ESG nella relazione sulla gestione può essere un passo cruciale verso lo sviluppo sostenibile: una S.r.l. con un fatturato di circa 10/20 milioni di euro, ad esempio, potrebbe trovarsi di fronte alla decisione se trascurare o includere informazioni sulla sostenibilità nella sua relazione sulla gestione o nella nota integrativa. Secondo l'attuale normativa, la relazione sulla gestione è il documento principale in cui vengono riportati gli indicatori finanziari e non finanziari rilevanti, compresi quelli relativi all'ambiente e al personale.
Oltre a soddisfare i requisiti minimi richiesti dalle normative vigenti, è opportuno che le imprese forniscano una panoramica completa dei principali indicatori per una migliore comprensione dell'equilibrio economico e finanziario, inclusi i rischi e le incertezze della gestione, insieme alle informazioni sul ruolo sociale dell'impresa.
Guardando al futuro, l'evoluzione delle informazioni richieste dall'articolo 2428 del Codice Civile include una maggiore attenzione agli indicatori ESG in materia di sostenibilità: l'adozione volontaria dei principi EFRAG per le PMI diventerà uno standard praticamente obbligatorio, richiesto sia dagli stakeholder finanziari che da quelli commerciali più ampi. Pertanto, già ad oggi, appare essenziale per le imprese comprendere e incorporare queste nuove informazioni nella relazione sulla gestione o nella nota integrativa: per le PMI, la governance è un tema centrale, specialmente per quelle a conduzione familiare.
IL RUOLO DEL PROFESSIONISTA
Il ruolo del Dottore Commercialista appare strettamente necessario per accompagnare tali aziende in questo processo di transizione, un'opportunità da cogliere per migliorare la trasparenza, rispondere alle aspettative degli stakeholder e promuovere uno sviluppo aziendale sostenibile: un primo passo importante consiste nell'analizzare il modello di governance attuale e identificare eventuali discrepanze rispetto agli standard internazionali.
Una check-list di sostenibilità può essere un valido strumento per strutturare un percorso adeguato: prendendo spunto dalla check-list sviluppata dall'IFAC, le imprese possono identificare le iniziative da intraprendere e riportare un'analisi sintetica dei progressi nella relazione sulla gestione.
A cura di: Mattia Christian Scioli, Dottore Commercialista
Puoi scaricare l'articolo in PDF qui
Per maggiori informazioni:
mattiascioli@valoreassociati.it
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